mercoledì 12 dicembre 2007

Tempo che passa
Oggi sono triste.
Capita, è bene così.
Giornate come questa
sono per me vere e proprie sedute di inconcludente filosofia:
sono intrise di pensiero e riflessioni sul senso della vita,
ma inevitabilmente e ironicamente
anche bagnate dalla mancanza di risposte,
come spugne grondanti d'acqua.
Oggi, in particolare, penso al tempo
e mi rendo conto, come ogni volta,
che il tempo è im-pensabile.
Credo di pensarlo ma in realtà è come se cercassi di prendere in mano l'aria.
Il tempo è un non-concetto.
Il tempo non si può definire.
Per fortuna.
Di esso, insomma, posso dire di non sapere nulla.
So soltanto che non posso permettermi di perderlo.
Guardo a miei giovanissimi studenti e capisco,
da quello che dicono e da quello che fanno,
che pensano di avere un tempo infinito davanti.
Non voglio fargli lezioni sulla fragilità della vita umana,
ma vorrei dirgli tante volte di non buttarne via neanche un po'.
Di tempo non ce n'è mai abbastanza,
anche una goccia di esso contribuisce a rimpinguare quel piccolo bicchiere che è la vita.
Se leggeranno questo post,
spero che i miei studenti ascoltino la canzone di Branduardi in calce.
Scusate, non posso dire altro: il tempo fugge.

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