mercoledì 15 ottobre 2008

Gli occhi
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"La seduzione degli occhi. La più immediata, la più pura. Quella che rende superflue le parole, solo gli sguardi si impegnano in una sorta di duello, di subitaneo abbraccio, all'insaputa degli altri e del loro discorso: fascino discreto di un orgasmo immobile e silenzioso. Caduta d'intensità quando la tensione incantevole degli sguardi si scioglie in parole, o in gesti d'amore. Tattilità degli sguardi in cui si concentra tutta la sostanza virtuale dei corpi (del loro desiderio?) in un istante sottile, come in un motto di spirito - duello voluttuoso e sensuale, e al tempo stesso disincarnato - modello perfetto della vertigine della seduzione, e che nessuna voluttà carnale potrà mai eguagliare. Quegli occhi sono accidentali, ma è come se si fossero posati da sempre su di noi. Privi di senso, non sono sguardi che si scambiano. Nessun desiderio, qui. Perchè il desiderio è privo di fascino, mentre gli occhi, come le apparenze fortuite, sono pieni di fascino, ed è un fascino fatto di segni puri, atemporali, duali e privi di profondità"
(J.Baudrillard, "De la séduction")

martedì 7 ottobre 2008

Ho finito!
Da tre settimane tappato in casa a lavorare. Da tre settimane perso tra carte, libri, appunti, telefonate fatte e telefonate rinviate, immagini, immaginazioni, idee che a volte ti sembrano fantastiche, a volte del tutto idiote. Da tre settimane prigioniero di un mondo narrativo. Da tre settimane con un pensiero fisso: terminare in tempo. Ho rifiutato del lavoro per farlo. Ho rifiutato soldi, e ne ho bisogno. Ma non me ne frega niente. Oggi ho finito. Ho riletto, corretto, rivisto. Ho finito. Qualcosa ha preso forma. Non c'è lavoro, per me, che valga di più. Non c'è stipendio che regga il confronto, per me, con questo. La vita è un casino, la vita è difficile, e lo sarà sempre di più. Viverla come bisogna viverla, per me non ha senso. Vivere per sopravvivere, tantomeno. Vivere per ammazzarsi di lamenti, meno ancora. Non ci posso fare niente: ero, sono e sarò sempre un sognatore. Sempre avrò bisogno dei mondi della fantasia in cui perdermi, e del bisogno di trasmetterli agli altri. Una vita non basta, no. Non mi basterà mai. E allora voglio continuare così, ad averne due, tre, mille alla volta. Finito un lavoro di creazione, resta un grande vuoto. C'è sempre un piccolo dolore quando metti la parola fine a un racconto, a una sceneggiatura, come a qualunque cosa della vita. Una piccola malinconia, una lacrima invisibile, un buco nel cuore che si allarga perchè sai che ci deve essere subito un nuovo inizio, per la tua vita, e iniziare non è mai facile. Cosa faro domani? Lavorerò per far diventare reale quello che c'è sulla carta. Non so se ce la farò. Ma comunque vada, ci avrò provato. Oggi ho deciso che non mi arrenderò mai. Mi piegherò, ma non mi spezzerò. So quello che voglio, e in un modo o in un altro me lo andrò a prendere.

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