giovedì 29 maggio 2008

Comunicato
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Il cortometraggio
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"DOVE CI PORTA LA CORRENTE"
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è stato inserito nella lista dei finalisti in due dei principali festival italiani di corti:
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LA CITTADELLA DEL CORTO
e
GENOVA FILM FESTIVAL

mercoledì 7 maggio 2008

Piccoli poeti crescono...


Ho il piacere e l'onore di pubblicare
alcune poesie dei ragazzi e delle ragazze
della IIB della Sms "Antonio Gramsci".



1)

Massimiliano Ranieri
(poesie dedicate a Roberta)
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Il sole mi indica la strada della vita
e la strada del bene,
il sole mi fa brillare il cuore,
illuminando la faccia della donna
di cui sono innamorato.
Il sole è potente,
perchè guarisce le persone ferite
e rallegra gli stati d'animo,
il sole è qualcosa di grande
che dovrebbe spaventare
ma l'effetto che fa
è di fare innamorare la gente.

....................

Il sole scende lento nel mio cuore
illuminando i miei pensieri,
quando penso alla persona che amo,
nascondendo il mio dolore.
Il sole mi trasmette anche gioia,
ricordandomi che ho ancora qualche speranza
per far nascere amore fra me e lei.
Il sole mi trasmette anche l'allegria
per godermi la vita.
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2)

Sara Russomanno

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Il sole sorgerà e illuminerà
tutto il mondo e tutto sarà bello,
ma solo per un certo periodo,
perchè poi, quando lui saprà,
tramonterà,
per lasciare il posto alla luna.

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3)

Federico Peccioli

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Sole che illumini la terra e abbronzi i volti,
sei sempre al centro di tutto:
dai disegni dei bambini all'universo infinito.
Tutti ti vogliono quando piove,
ma quando ci sei tutti si riparano
con le tende,
gli ombrelloni
e i tetti di casa.
A volte vai e vieni,
a volte ci sei per sei mesi,
a volte combini guai e bruci foreste,
ma le tue fiamme si spengono con l'acqua.
A volte disidrati persone,
ma se bevono acqua ritornano in forma.
Insomma, ti perdi in un bicchier d'acqua.

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4)

Daniele Pierini

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Il sole è una stella che ardente brucia,

il sole è una bomba carica di ricordi

con i suoi occhi lucenti osserva la Terra

che si sveglia dolcemente al candore della luna.
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5)

Martin Levy

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Il buio della notte sta per giungere:

ti prego sole, non tramontare.

Ho bisogno della tua luce

per ritrovare il mio cuore.

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6)

Noemi Oliveri

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Questa mattina mi sono svegliata

e, aprendo gli occhi, ho visto tutto buio...

ho pensato che il sole non fosse ancora sorto,

ma mi sbagliavo,

perchè pensando a te è sorta una luce,

la mia luce, la luce più bella.

So che queste parole non ti potranno toccare

ma....

tra le tue braccia fammi tornare,

perchè so che insieme dimenticheremo questo dolore.

E una lcue da lassù ci aiuterà a ricominciare.

Sei la mia vita, il mio cuore

ed è grazie a quella luce che

in noi dobbiamo sperare.

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7)

Desirèe Galli

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Sole,

tu che mi aiuti sempre,

dammi una mano anche questa volta.

Ho bisogno di felicità,

perchè nel mio cuore si è esaurita.

Ti prego per oggi non tramontare

perchè se salirà la notte

il mio cuore si riempirà di oscurità.

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8)

Jasin Fejzi

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Per me il sole significa la vita,

per me il sole significa la morte,

starò lì in mare e osserverò il sole

pensando già alla notte quando il sole tramonterà.

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9)

Federico Pannella

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Ogni pianta ha il suo posto per vivere.

Anche il sole può fare male,

ma quando non è alto nel cielo

tutto sembra più buio.

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10)

Niccolò Rotoni

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Sole,

come angelo luminoso entri in me

e mi illumini;

come angelo entri in me

e mi dici dal profondo del cuore:

"Non arrenderti, continua a non perdere la speranza!".

Ma io come stolto la perdo,

mentre tu sei sempre lì, pronto a incoraggiarmi.

Come angelo mi dici:"Diglielo! Diglielo! Diglielo!",

ma io mi mostro senza coraggio.

Tu per me sei l'angelo che mi ha fatto innamorare,

sei per me il seme del mio amore,

sei per me luce e spirito,

sei colui che un giorno mi farà gridare

"Ti amo"

alla persona che ho sempre amato e

che amerò per sempre.

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11)

Francesco Amato
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Il sole d'estate riscalda l'aria e il cuore,

porta felicità nei ragazzi perchè finiscono le scuole.

Il sole d'inverno è debole, perchè le nuvole lo coprono.

Cadono le prime foglie,

le giornate sono tristi e scure,

e tutto questo perchè manca il sole.

D'autunno il sole è strano e non si vede,

perchè è lontano.

Il freddo non piace a nessuno

e lampi e tuoni entrano nei cuori

e li riempiono di tristezza,

e questo solo perchè non c'è il sole.

La primavera è lucente e splendente,

le rondini tornano,

iniziano i primi giochi d'acqua

e i ragazzi giocano e si divertono

e tutto questo grazie al sole.

giovedì 1 maggio 2008

La teoria della decrescita - n.2
Le 8 "R" di G.Latouche
La “società della decrescita” presuppone, come primo passo, la drastica diminuzione degli effetti negativi della crescita e, come secondo passo, l’attivazione dei circoli virtuosi legati alla decrescita: ridurre il saccheggio della biosfera non può che condurci ad un miglior modo di vivere. Questo processo comporta otto obiettivi interdipendenti, le 8 R: rivalutare, ricontestualizzare, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare. Tutte insieme possono portare, nel tempo, ad una decrescita serena, conviviale e pacifica.

Rivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.

Ricontestualizzare. Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.

Ristrutturare. Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.
Rilocalizzare. Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).

Ridistribuire. Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare meno piuttosto che “dare di più”.

Ridurre. Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.

Riutilizzare. Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.

Riciclare. Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
La teoria della decrescita - n.1
La decrescita è un concetto politico, secondo il quale la crescita economica - intesa come accrescimento costante di uno solo degli indicatori economici possibili, il Prodotto Interno Lordo (PIL) - non è sostenibile per l'ecosistema della terra. Questa idea è in netta antitesi con il senso comune politico corrente, che individua nell'aumento del livello di vita, rappresentato dall'aumento del PIL, come obiettivo di ogni società moderna. L'aggettivazione sostenibile allude alla proposta di organizzarsi collettivamente in modo che la diminuzione della produzione di beni non costituisca riduzione dei livelli di civiltà.
L'assunto principale è che le risorse naturali sono limitate e finite e quindi non si può immaginare un sistema votato ad una crescita infinita. Il miglioramento delle condizioni di vita deve quindi essere ottenuto senza aumentare il consumo ma attraverso altre strade. Proprio per la costruzione di queste vie sono impegnati numerosi intellettuali, al seguito dei quali si sono formati movimenti spesso non coordinati fra loro, ma con l'unico fine di cambiare il paradigma dominante della necessità di aumentare i consumi per dare benessere alla popolazione. Un esempio di questi gruppi sono i GAS, Gruppi di Acquisto Solidale, i sistemi di scambio non monetario o gli ecovillaggi. Il principale esponente di questa corrente è Serge Latouche. In Italia troviamo Maurizio Pallante, Massimo Fini, Mauro Bonaiuti e Paolo Gabrini.
La teorizzazione della Decrescita si basa su quattro presupposti:
Il funzionamento del sistema economico attuale dipende essenzialmente da risorse non rinnovabili. Così com'è, non è quindi perpetuabile. I sostenitori della Decrescita partono dall'idea che le riserve di materie prime sono limitate, particolarmente per quanto riguarda le fonti di energia, e ne deducono che questa limitatezza contraddice il principio della crescita illimitata del PIL, e che, anzi, la crescita così praticata genera dissipazione di energia e crescente dispersione di materia.Alcuni sostenitori della teoria (in particolare Vladimir Vernadskij), mutuando dalla seconda legge della termodinamica il concetto di entropia, ritengono che la crescita del PIL comporti una diminuzione dell'energia utilizzabile disponibile, e della complessità degli ecosistemi presenti sulla Terra, assimilano la specie umana ad una forza geologica entropizzante.
Non v'è alcuna prova della possibilità di separare la crescita economica dalla crescita del suo impatto ecologico.
La ricchezza prodotta dai sistemi economici non consiste soltanto in beni e servizi: esistono altre forme di ricchezza sociale, come la salute degli ecosistemi, la qualità della giustizia, le buone relazioni tra i componenti di una società, il grado di uguaglianza, il carattere democratico delle istituzioni, e così via. La crescita della ricchezza materiale, misurata esclusivamente secondo indicatori monetari può avvenire a danno di queste altre forme di ricchezza.
Le società attuali, drogate da consumi materiali considerati futili (telefoni cellulari, viaggi aerei, uso costante e non selettivo dell'auto ecc.) non percepiscono, in generale, lo scadimento di ricchezze più essenziali come la qualità della vita, e sottovalutano le reazioni degli esclusi, come la violenza nella periferie o il risentimento contro gli occidentali nei paesi esclusi dallo (o limitati nello) sviluppo economico di tipo occidentale.
La teoria della decrescita sostenibile non implica evidentemente il perseguimento della decrescita in sé e per sé: si pone invece come mezzo per la ricerca di una qualità di vita migliore, sostenendo che il PIL consente solo una misura parziale della ricchezza (un incidente d'auto, ad esempio, è un fattore di crescita del PIL) e che, se si intende ristabilire tutta la varietà della ricchezza possibile, allora è urgente smettere di utilizzare il PIL come unica bussola.

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