sabato 8 dicembre 2007

"Non insegnate ai bambini"
(Il disincanto del mondo adulto)
In questi giorni abbiamo letto in classe (II H, SMS "Lombardo Radice") un racconto di fantascienza. Brevissima sinossi: all'interno di una scuola del futuro, in cui convivono umani e androidi, i bambini veri, condizionati da una moda improvvisa, hanno assunto comportamenti e movenze dei robot, espungendo dalla loro vita emozioni e sentimenti; i giovani robot, viceversa, hanno acquisito il mondo interiore negato dagli esseri umani al punto che il preside, nella sua ronda quotidiana, sorprende in un'aula due ragazzini androidi che si dichiarano amore eterno.
Ho domandato ai ragazzi se secondo loro in un prossimo futuro, vicino o lontano, gli uomini possano smarrire la capacità di amare ed emozionarsi e magari i robot acquisirla a loro volta. Neanche uno di loro ha accettato quest'idea. Neppure uno ha ceduto di un passo dalla propria posizione, neppure uno ha modificato di una virgola la propria idea. "L'uomo non può perdere l'amore, sennò significa che non è un uomo", ha risposto testualmente uno di loro. Avrei voluto rispondere che spesso, purtroppo, accade nel nostro mondo che alcuni uomini perdono l'amore e che quindi cessano di essere uomini.
Non l'ho fatto, ho bloccato la frase sulla punta della lingua. Ho capito all'ultimo istante che la sua risposta era più profonda della mia: voleva dire che un uomo ha sempre dentro di sè l'amore, anche se in apparenza lo perde, anche se si comporta nel peggiore dei modi, anche se lo nasconde. Difatti subito dopo le sue parole hanno confermato la mia intuizione: mi ha spiegato, a parole sue, che non può esistere un essere umano che non prova amore.
La mia giovane alunna stava facendo inconsapevolmente filosofia, stava affrontando il discorso sull'essere umano da un punto di vista nientemeno che ontologico! E con la semplicità e la naturalezza che si mette nell'osservare che il cielo è blu, che l'acqua bagna e che le stelle brillano. E allo stesso modo, nella sua visione, l'uomo ama.
L'uomo non perde mai l'amore, anche se non ama più, anche se è la peggior persona del mondo, dell'universo intero: questa è stata la conclusione, unanime, del dibattito.
Il disincanto del trentenne italiano disgustato dal suo paese è stato messo a tacere dall'incanto del mondo di un gruppetto di dodicenni.
Chissà, forse è da qui che la mia generazione dovrebbe cominciare a muoversi, forse è da qui che si può trovare la spinta a cambiare le cose:
dal reincantare il proprio mondo.
Impariamo da certi bambini a farlo.
E soprattutto, evitiamo di insegnare loro il nostro disincanto...
Ai bambini incantati, e ai grandi che vogliono re-incantarsi, dedico "Non insegnate ai bambini" del maestro Gaber.

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